Siete stati strappati
alle vostre vite meschine,
alla vostra tediosa routine
delle vostre mediocri esistenze,
alla compiaciuta monotonia indifferente
del vostro nulla mischiato col niente.
Vi hanno distratti dal vostro mondo,
di cartapesta ottusa fatta in casa,
scenografia alla buona
di un B-Movie all'italiana,
tutto tette da osteria e perbenismo da sacrista:
la partita, la palestra e dopo qualche pista,
da tirare per tirarlo.
Le vostre mogli culone decadenti e noiose,
i vostri figli viziati che vi conoscono appena,
la botta al trans del dopocena
o alla mignotta del dopo-messa,
che non rideva mai del vostro cazzo,
ma sussurrava sempre al vostro orecchio
quelle favole che il vostro cazzo
voleva sentirsi raccontare.
Facevate vacanze esotiche da cartolina,
tutte carne fresca, bordelli e pillolina:
da raccontare agli amici ed esibire ai parenti
da sfoggiare ai colleghi con toni ammiccanti.
E che poi ripagavate a rate, orecchie basse,
risparmiando sulla spesa,
molto spesso sulle tasse.
Avevate casette linde iperconnesse,
domotizzate fin dentro al cesso,
per sentirvi sempre al centro
della vostra comfort zone:
un occhio al megaschermo,
un occhio al cellulare
e tutti e due piantati addosso
a quell'amica sveglia di vostra figlia,
che in famiglia chiamavate ragazzaccia,
ma che poi vi sognavate con la mano nella doccia.
Curavate le apparenze come influencer da Tik-Tok,
fisici scolpiti a 70 anni e zigomi rifatti a 17,
la sauna, la dieta e la piscina,
unghie laccate e cervelli da gallina:
l'Alfa e l'Omega del cretinismo da vetrina.
Passavate il vostro tempo
ad ammirare il vostro vuoto
gelosi che qualcuno ve lo portasse via,
terrorizzati che qualcuno
potesse riempirvelo d'esempi:
l'essere, l'esistere, l'ostinata scelta di resistere.
Avete odiato quella gente
che respingeva l'invasore
che combatteva per qualcosa
che dava noia al vostro niente
che osava disturbare le vostre vite da discount,
che aveva messo a nudo
le vostre facce di merda.
Voi che vi sareste arresi al primo sparo,
Voi che vi sareste venduti come puttane
Voi vili, voi codardi, esistenze ruffiane.
Voi servi sciocchi, patetici e contenti,
Voi di voi stessi, pavidi mercanti.
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